Salento, come ci vedono gli altri

Quelli che vedete sono Luciana e Mauro Della Valle, i proprietari dello stabilimento balneare “Soleluna” di San Cataldo, i protagonisti di un interessante articolo a firma di Peter Popham, giornalista dell’Indipendet, lo trovate qui.

Un articolo interessante, ben documentato ed obiettivo in cui si racconta dell’erosione delle spiagge pugliesi, del contenzioso con Brindisi per lo “scambio” di sabbie, di come fino a pochi anni fa’ (e non solo a San Cataldo) l’arenile fosse molto più ampio ed oggi si è ridotto a pochi metri. Per esperienza diretta in quel di Gallipoli, posso affermare che fino a qualche anno addietro (quando ancora non esistevano gli stabilimenti) chiudere l’ombrellone e tornare all’auto (dopo un’intera giornata di mare) era un’impresa biblica, una vera traversata del deserto.

(img: indipendent.co.uk)

ci risiamo

le agenzie hanno fatto un lancio:

Riccò positivo all’epo

e ci risiamo, ormai il tour de France da corsa ciclistica è diventata laboratorio di biologia e palestra per agenti che perquisiscono a destra e a manca. Visto che il doping sembra far parte integrante del ciclismo, invece di far gli ipocriti e dire che è uno sport sano e pulito, ammettiamo quel che c’è da ammettere, aboliamo i controlli e che tutti questi pseudoatleti vadano a farsi fottere come preferiscono. si facciano fottere come preferiscono, senza però poi andare a mendicare pensioni per meriti speciali, chiedere che le cure per le patologia generate dagli intrugli che prendono per vincere qualche corsetta gravino sul servizio sanitario nazionale.

Karl Unterkircher (aggiornamento)

“La tragedia è ormai triste realtà. Non ci sono più speranze”.  “Nones e Kehrer stanno proseguendo verso la cima per poi tornare a valle su un’altra via. Fino al loro arrivo al campo base passeranno due, tre giorni”

Lo ha detto all’ANSA Herbert Mussner, il manager dello scalatore altoatesino finito in un crepaccio sul Nanga Parbat.

Tutti gli aggiornamenti, il suo profilo e le sue scalate sul sito di Karl Unterkircher

altri aggiornamenti e foto sul sito Montagna.tv dal quale abbiamo tratto questa foto dove è evidenziata la “via” percorsa dagli scalatori

La tragedia ha immediatamente riportato alla memoria quanto accadde a Reinhold Messner, di seguito riportiamo un’intervista concessa a Corriere.it
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Precisione anglosassone

Google a volte fa degli strani scherzi; ravanando in rete alla ricerca di tutt’altro ma avendo inserito “salento” ho trovato questa errata corrige del “Guardian”

Berlusconi’s equal opportunities minister, Mara Carfagna, was born in Salerno, south of Naples, not Salento as we had it in an article headed Who’s that girl?, page 12, G2, July 10.

Va bene che la Carfagna è una bella donna, va bene che in periodo estivo tutto fa pubblicità, va bene tutto quel che vi pare ma il Salento è il Salento e Salerno è altra cosa 😆

Squali fortunati

Non fatevi ingannare dalle apparenze, l’uomo inquadrato non sta cercando disperatamente di salvare il suo braccio dalle fauci dello squalo assassino; a dir la verità sta succedendo l’esatto contrario, l’asta che si vede altro non è che una gaffa (quell’attrezzo chiamato anche “mezzo marinaio”) e l’uomo sta cercando di rimuoverla dalla gola dello squalo.

L’avventura era iniziata quando un sub ha visto lo squalo toro (non propriamente una specie “socievole”) passargli accanto con questa asta che fuoriusciva dalla bocca. Nonostante la cattiva stampa di cui godono questi abitanti del mare e ad onta della caccia indiscriminata di cui sono vittime, è stata attivata una task force che ha individuato lo squalo, lo ha caricato su una barca e affidato alle cure di David Blyde (l’uomo nella foto) che – alla fine – è riuscito ad estrarre l’attrezzo dalla gola dello squalo, altrimenti destinato a morte certa.  Tutta la storia si svolge in Australia, nelle acque del parco marino di Cape Byron; chissà cosa sarebbe successo in altre acque?!

aggiornamento ( 18/07/2008 ): abbiamo (finalmente) trovato una foto di come si presentava lo squalo prima dell’intervento

(img: underwater.com.au)