Non si tratta di nuove norme a sostegno della famiglia (magari), più semplicemente uno dei tanti paradossi della politica, uno dei tanti effetti collaterali della nobile arte del salto della quaglia (sport in cui sono maestri indiscussi i politici nostrani). di seguito un articolo apparso sull’edizione on-line del Corriere del Mezzogiono.
Corigliano: «Sei moglie di Ria» e la sindaca perde gli assessori
Anche due consiglieri comunali mollano Ada Fiore: «Seguirà il deputato nel Pdl»
LECCE – Tra moglie e marito… dice un antico proverbio. In questo caso è la politica che si mette «di mezzo» in quel di Corigliano d’Otranto, perché il marito Lorenzo Ria ha abbandonato il Pd con cui è stato eletto alla Camera, mentre la moglie Ada Fiore continua ad essere sindaco Pd del Comune salentino e fino ad un mese e mezzo fa ricopriva persino la carica di segretaria dei democratici locali. E ora la sua giunta e la sua maggioranza perdono pezzi: si sono dimessi due assessori e due consiglieri comunali, i quali non ritengono di poter continuare l’esperienza amministrativa che dura dal 2006, perché «il marito» ha cambiato partito, trascinandosi dietro, nei fatti, «la moglie». In realtà non si esprimono proprio così, ma il succo è questo, perché Ria domenica scorsa ha pensato bene di fare il primo comizio («per spiegare la mia scelta», ha confidato in Transatlantico) da ‘ex’ proprio a Corigliano e non, magari, a Taviano che è il suo paese.
Il bello è che, sfidando le logiche di opportunità politiche, nel paese della moglie, amministrato dalla moglie, si è presentato a fianco del ‘nemico’, cioè del Pdl Raffaele Fitto, di cui ora è sostenitore. E nella piazza Vittoria si è spinto ad affermare che il Pd è «un partito gestito da gruppi di potere». Gruppi di potere? Ada Fiore è compresa nel mucchio? «Che c’entra? Lei si è dimessa e forse seguirà la mia scelta», cioè cambierà casacca politica, è l’annuncio del deputato che al momento è iscritto al gruppo misto di Montecitorio. Insomma, la crisi amministrativa è dietro l’angolo, ma non perché qualcuno – come ha spiegato la sindaca in una nota – ha avuto qualcosa da ridire sulla sua gestione della cosa pubblica, bensì perché con la presenza del «deputato di riferimento» al comizio di Corigliano si presuppone che ‘la moglie’ seguirà ‘il marito’.
Lo dice quasi esplicitamente uno dei due assessori nella lettera di dimissioni: Salvatore Mangia scrive, infatti, alla sindaca che «motivi di carattere personale ti portano ad appoggiare la nuova linea, dando ai nostro sostenitori un’indicazione di voto simile a quello contro cui ci siamo battuti nelle scorse elezioni». Mangia, quindi, preconizza quanto affermato da Ria in Transatlantico, ma di cui Fiore non vuol parlare. «Al comizio non c’ero – ha spiegato la sindaca – e sono in grado di tenere distinti i ruoli. Ognuno è grande e vaccinato e si assume le proprie responsabilità. A me interessano i miei cittadini e basta, mi occupo del mio ruolo istituzionale. Il Pd gestito da gruppi di potere? Credo che certe politiche vadano riviste, ma non mi va di parlarne».
Se per Ria l’approdo sui liti del centrodestra è stato motivato dal mancato rispetto, da parte del Pd, della regola delle primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Provincia salentina, quindi con «giochi di poteri », le motivazioni per cui Fiore ha rimesso il mandato di segretaria sono più complesse da comprendere. Ma alla luce di quanto affermato da Ria è ipotizzabile che la sua posizione politica sia in stand-by. La sua nota ufficiale così conclude: «Nell’interesse della nostra città invito tutti a non far prevalere, rispetto agli interessi primari del nostri concittadini, gli interessi delle singole parti politiche all’interno di una composizione elettorale che riguarda la Provincia di Lecce e l’Europa, ma non direttamente il nostro paese».
Rosanna Lampugnani
21 maggio 2009
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