Fantascienza visionaria e cupe atmosfere apocalittiche, malinconia, angoscia, in una parola Philip K. Dick.
Dopo il successo (postumo) del “Blade Runner” di Riddley Scott, Philip K. Dick da scrittore di genere divenne scrittore di culto, quel successo che non ebbe mai in vita gli viene tributato post mortem con la riscoperta della sua produzione. Non solo (o non tanto) i lettori di FS che già lo conoscevano, Dick sembra interessare più i lettori noir e, vista la cupezza delle atmosfere descritte nei suoi romanzi, non possiamo che condividerne la scelta.
Confessioni di un artista di merda, non si tratta di un autore “facile”, il suo stile è oscuro, talvolta sciatto (la sciatteria è da attribuirsi ai ritmi di produzione che Dick fu costretto ad imporsi per poter – letteralmente – sopravvivere) cui nemmeno le nuove traduzioni riescono ad ovviare. L’atmosfera nera dei suoi racconti non indulge allo splatter, ma nasce dall’angoscia che trasuda da storie ambigue, cervellotiche, al limite del delirio psicotico.
Un Oscuro scrutare, una brancolante esplorazione degli orrori prossimi venturi, orrori metafisici, profezia di un nulla di fronte al quale le immagini pulp di corpi martoriati appaiono rassicuranti (o quasi). Nella narrativa di Philip K. Dick, più del corpo (colonizzato da protesi quando non completamente sostituito da androidi) è la mente a naufragare, sommersa da una proliferazione di livelli di realtà che privano il soggetto di ogni riferimento, di ogni certezza in merito alla propria identità.
Ubik, la Svastica Sul Sole, Guaritore Galattico, Vedere Un Altro Orizzonte … conoscitore delle eresie gnostiche Dick, al pari di Lovecraft, ha tratto l’ossessione di una umanità costretta ad abitare un universo generato da false divinità; un allucinante mistura di mito e tecnica che riflette (ex ante) l’esperienza contemporanea di un mondo che si trasforma velocemente senza l’ancoraggio delle ideologie scomparse con il novecento, precipitando nel caos; quello stesso caos che governa gli universi fantastici di Philip K. Dick.
Dubbi e paure che un cacciatore di androidi tenta di esorcizzare ogni notte, chiedendosi se gli androidi sognano pecore elettriche.
Filed under: my own, playlist | Tagged: blade runner, philip k dick, ubik | Leave a comment »