«La situazione politica in Italia è grave ma non è seria»

è forse serio un PdL che si fa escludere una lista per il “ritocchino” dell’ultimo momento giusto per accontentare il capetto locale; è serio un Governatore che lesina sulle firme di presentazione al suo “listino” (va bene che “così fan tutti” ma cazzo mettine 5.000 invece di 4.000 non dirmi che ti mancano i sostenitori disponibili a spendere una firma); è serio accorgersi solo ora dell’assurdità della necessità delle firme (in tutti gli altri tipi di elezioni, i partiti già rappresentati in Parlamento non hanno necessità di presentare firme a supporto delle loro liste); è serio mettere una pezza a tutto questo con un provvedimento (almeno moralmente) abnorme; è serio stare a sentire uno che blatera di impeachment, quando è evidente che ne capisce meno lui di Costituzione di quanto Biscardi sia addentro con i congiuntivi.

Come giustamente diceva Ennio Flaiano: La situazione politica in Italia è grave ma non è seria!

non ci resta che ridere

troppo bravi 😉

Auguri Presidente

antonio gabellone

Antonio Gabellone

Non per piaggeria politica ma per personale amicizia e stima, i migliori auguri di buon lavoro all’ex Signor Nessuno oggi Presidente della Provincia di Lecce

A proposito di …

A proposito della D’Addario (ovviamnte non c’è bisogno di ricordare di “cosa” stiamo parlando), nel marasma di notizie e dichiarazioni su: viaggi, tariffari, pernottamenti fuori sede … si è omesso di commentare l’eccezionale performance elettorale della candidata. Si è scoperto che la D’Addario, già nelle scorse comunali baresi, si era candidata (in quell’occasione per l’UDEUR) per un Consiglio di Circoscrizione raccogliendo ben 2 (dicasi DUE) voti di preferenza. Non possiamo fare a meno di notare (congratulandoci) come in questa occasione la candidata abbia più che triplicato il suo già ottimo risultato ottenendo ben 7 (dicasi SETTE) preferenze.

p.s. strano che per una simile performance non siano stati approntate edizioni speciali di TG … e che Ilvo Diamanti e Giovanni Sartori non abbiano sentito il bisogno di illuminarci su simili ed inspettati fenomeni/risultati elettorali.

Tiananmen Teheran

TEHERAN (IRAN) - SCONTRI PER LE STRADE

UPI/EMMEVI – TEHERAN (IRAN) – SCONTRI PER LE STRADE – PROTESTA DELL OPPOSIZIONE PER I PRESUNTI BROGLI ALLE RECENTI ELEZIONI – TEHERAN (IRAN) – SCONTRI PER LE STRADE – PROTESTA DELL OPPOSIZIONE PER I PRESUNTI BROGLI ALLE RECENTI ELEZIONI – Fotografo: EMMEVI

Elezioni (e risultati)

TURKEY-IRAN-POLITICS-DEMONSTRATION

Equazioni

Il presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad esce vincitore già al primo turno delle elezioni presidenziali iraniane e spazza via le speranze dei moderati che puntavano su Mir Hossein Mousavi. Per il ministero dell’Interno iraniano non ci sono dubbi: nel corso di una votazione con affluenza record (oltre l’85% di partecipazione), le presidenziali sono state vinte nettamente dal presidente in carica con il 62,6% dei consensi. Ma il suo principale avversario di dubbi ne ha, e neppure pochi: Mousavi, dato a poco più del 33,7%, denuncia irregolarità nelle operazioni di scrutinio e promette che il popolo «non si piegherà a chi prende il potere con gli imbrogli». Molto più indietro nei risultati l’ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezai, con il 2 per cento e ancora più staccato l’ex presidente della Camera (Majlis) Mehdi Karroubi con meno dello 0,9 per cento. Secondo la Commissione Elettorale presso il ministero dell’Interno il presidente uscente ha raccolto 19.761.433 voti mentre l’ex premier ne ha ottenuti 9.541.056.
Corriere.it

piccolo esercizio logico/matematico

Ahmadinejad ritiene che Israele debba scomparire dalle carte geografiche;
Ahmadinejad sostiene il programma nucleare iraniano (in questo ambito che sia o meno “solo” civile non è importante);
Ahmadinejad vince (brogli o non brogli questo è il risultato) le elezioni
Ahmadinejad … prima o poi qualcuno riterrà opportuno “fermare” la proliferazione nucleare (ed anche quella verbale)
in quel malaugurato caso … non si venga a piangere per i poveri innocenti iraniani “vittime” di una politica estera che usa la forza e non la diplomazia; avessero mandato a casa quel figuro, saremmo stati TUTTI grati e più tranquilli (stesso identico discorso per Nord Corea)

Separati alla nascita

Da tempo che post simile era nell’aria ma la proverbiale pigrizia ed una non idilliaca liaçon col fotoritocco lo ha sempre rimandato …. cogliere l’occasione delle elezioni europee e approfittare del lavoro grafico fatto sul blog dell’Aeroporto di Viterbo hanno propiziato il “parto”

stalin-chiesaDell’inquietante somiglianza, si sapeva; quel che è “divertente” è che il nostro Giulietto con quella sinistra somiglianza (azzarola, sono identici!!!) è andato a (tentare di) farsi eleggere in Lettonia, una di quelle Repubbliche Baltiche che per prime hanno salutato l’URSS tanto cara al buon (buon .. si fa per dire ovviamente) Peppiniello Stalin.

In ogni caso, in bocca al lupo a Chiesa per la sua candidatura “vintage” 😉

Preferenze? Preferisco!

Si fa un gran parlare del deficit di democrazia dovuto alle “liste bloccate”, di quelle liste dove non è possibile esprimere il voto di preferenza al candidato, di quelle liste dove i nove decimi degli eletti conoscono già prima delle elezioni la loro sorte. Si invocano a gran voce quelle preferenze che furono cancellate con un plebiscitario referendum una quindicina di anni addietro; si invocano quelle stesse preferenze che (appena) tre lustri fa furono identificate come la cancrena che avvelenava il sistema politico italiano.
Un deficit di rappresentatività esiste, negarlo sarebbe dannoso prima ancora che inutile ma, come è d’uso nel sistema politico italiano, le soluzioni proposte sono peggiori del male.
La “preferenza” (al pari delle “primarie”) non è la panacea democratica se si pretende di asservirla a bassi interessi di bottega. Le “primarie” hanno vissuto una breve stagione nel campo del centrosinistra, la straordinaria (quanto inaspettata -a Roma -) vittoria di Nichi Vendola (poi confermata nelle elezioni regionali) contro il “candidato romano” è stato uno dei pochi esempi riusciti di “primarie vere”; altre primarie, con milionate di preferenze gazebine, sono state una pagliacciata sapientemente organizzata dal vertice con (anche) la semplice scelta di alcuni candidati … di non candidarsi per non correre il rischio che un “caso puglia” dovesse ripetersi con inimmaginabili conseguenze sui delicatissimi equilibri geopolitici delle segreterie\salotti romane.
Reintrodurre la preferenza unica in un listone da 40 candidati per una circoscrizione oceanica, sarebbe (praticamente) come non esprimere la preferenza, servirebbe solo a pesare il “potere” dei singoli signorotti locali.
Se la vocazione è veramente quella maggioritaria, basta rimpicciolire le circoscrizioni (diciamo da 5-10 eletti, meglio 5), dare la possibilità di esprimere “una” preferenza, imporre una soglia di sbarramento che impedisca la frammentazione ma che nel contempo salvaguardi la rappresentatività di realtà locali … e gli elettori (molto meno parco buoi di quanto si immagini) sapranno fare il resto. Se il candidato calato da Roma verrà (come credo) vissuto come un corpo estraneo, l’elettore preferirà il carneade locale; la prima esperienza sarebbe con ogni probabilità un bagno di sangue di nomi noti ma, diversamente, non ci sarà mai un “ricambio” degno di tale nome, mai un collegamento diretto fra eletto e territorio, mai la sensazione\percezione di avere un “delegato” che ci rappresenta, un eletto che ha un volto ed un luogo dove possiamo rivolgerci per esprimere le nostre necessità, le nostre esigenze.

Predicanti & Razzolanti

Fuori gli inquisiti dal Parlamento”, le novelle tricoteuse dell’IDV lo ripetono come un mantra, il verso però dovrebbe essere recitato per intero: “fuori gli inquisiti dal Parlamento italiano”, non fosse questa la formulazione vera …. non capirei come mai l’IDV si appresta a candidare alle prossime europee l’inquisito (abuso d’ufficio) De Magistris il quale, sia detto per inciso, ha si promesso di non tornare a fare il magistrato, ma si è ben guardato dal dimettersi … ha SOLO chiesto l’aspettativa.
È questa la “magistratura” che va difesa dalle mire sudamericane del Presidente del Consiglio? (francamente non so se quest’ultima domanda sia più offensiva per la “magistratura” o per i “regimi sudamericani”)