Le colpe degli orsi polari

Mentre i plantigradi bianchi vedono (letteralmente) sciogliersi il giaccio sotto le zampe (vedi qui) le industrie petrolifere fanno causa al Governo Federale per aver inserito gli orsi bianchi fra le specie protette … e la neo candidata alla vicepresidenza Sarah Palin non è estranea a questa azione legale.

Non sono un grande estimatore di Barak Obama, ma se questa è l’alternativa … mala tempora currunt
(di seguito l’articolo che ha originato la riflessione)

Usa: lobby petrolio fa causa a governo, “Via l’orso polare da specie protette”

31 ago 10:35 Scienze e tecnologia

MILANO – L’Istituto Americano per il Petrolio (Api) e altri quattro gruppi petroliferi hanno fatto causa al ministro degli Interni americano per aver inserito gli orsi polari nell’elenco delle specie protette. Lo scrive il Washington Post. La lotta e’ per gli interessi petroliferi – enormi – nella zona, e si scontra con il meno sentito problema dell’orso polare: aver inserito l’orso nella lista significa limitare il numero di trivellazioni consentite. Ma l’habitat naturale di questo animale, l’Alaska, se la sta gia’ vedendo a fatica contro l’emergenza cambiamenti climatici e il conseguente scioglimento dei ghiacci. L’interesse dei petrolieri e’ sostenuto dalla neo-eleta vice di John McCain, la ‘barracuda’ Sarah Palin, senatrice dell’Alaska, che nel maggio scorso aveva annunciato un ricorso legale contro la decisione del governo federale. La Palin solleva cosi’ l’entusiasmo dei lobbisti del petrolio. Il governo federale ha 60 giorni di tempo per contestare. (Agr)
(corriere.it)

Onomatopeismi ed enigmistica

quando la settimana enigmistica entra a piedi uniti nella politica americana

cambio di vocale

Obama – Osama

zeppa (tre lettere)

Biden – Bi(n la)den

uots american bois

Ogni quattro anni si può essere americani senza la K, si può parlar bene di quella America imperialista, reazionaria, conculcatrice delle altrui libertà. Quell’America dove la “destra religiosa” è impresentabile e la “Fratellanza Musulmana” di Louis Farrakan viene descritta con benevolo “appeasement”. Quell’America brutta sporca e cattiva dove, comunque vadano le elezioni, ci sarà un nero alla Presidenza (ed era ora!!!) o una donna alla vicepresidenza (ed era ora!!!); quante altre nazioni possono sostenere un confronto simile? Di certo non la gerontocrazia italiana.
Potremo dirci americani senza la K, almeno fino a novembre; potremo tessere le lodi di quell’America possibile assistendo ad asettici ed equidistanti servizi dei Tg dalla convention democratica che nulla hanno da invidiare alle asettiche telecronache di Giampiero Galeazzi. Ovviamente, se il risultato elettorale non arriderà ai tifosi nostrani, le K torneranno di gran moda e la vicepresidente donna sarà valutata per le sue mise, le sue gaffe e la sua appartenenza politica, alla faccia delle pari opportunità.

Sanzioni caucasiche

In qualche maniera la “situazione” in Georgia e dintorni va normalizzandosi (nel senso che non è più in prima pagina), a fermare l’escalation la saggia decisione della UE di rinunciare alla sanzioni a carico della Russia; dopo aver a lungo riflettuto e ponderato fra un freddo inverno senza il gas russo ed una sobria (quanto inutile) indignazione …

“tengo famiglia” e fanculo la pulizia etnica in Georgia.

Le vacche tedesche inquinano come i Suv

Produrre un chilo di carne bovina con metodologie intensive (le più usate) equivale, in termini di emissioni, a un viaggio di 70,6 chilometri in utilitaria. Ancora peggio se il chilo di carne è prodotto con metodologia biologica: l’equivalenza è di 113,4 chilometri. Un chilo di formaggio emette quanto un’auto che viaggia per 71,4 chilometri.

la battutaccia sui filtri antiparticolato la faccio rimanere nella tastiera, ma non posso sottacere lo stupore nello scoprire che una produzione “bio” risulti più inquinante di quella normale e\o intensiva. L’intero articolo (con dovizia di dati e riferimenti) lo trovate nel link a seguire, buona lettura.

Le vacche tedesche inquinano come i Suv – Corriere della Sera.

Neanche gli dei

prendo a prestito il titolo di un romanzo di Isaac Asimov per introdurre la notizia dell’uccisione dell’ultimo orso bruno abitante sul monte Olimpo; se neanche gli dei riescono a fermare la stupidità umana …

ATENE – E’ stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco ma e’ possibile che prima fosse stato avvelenato. Questa la fine di quello che dagli esperti e’ ritenuto l’ultimo orso bruno esistente sul monte Olimpo, nella Grecia settentrionale, trovato morto con ferite sul corpo e la bocca aperta, segno di un’agonia. Si tratta di un maschio di 10 anni del peso di circa 180 kg. Secondo l’organizzazione ecologica Callisto si tratta di ”una gravissima perdita” per la fauna protetta. In tutta la Grecia restano solo 200-300 orsi bruni della grande popolazione che un tempo viveva in questi territori. Da una settantina di anni gli orsi avevano abbandonato il monte Olimpo, che dal 1938 e’ sede di un Parco Nazionale. Cinque anni fa, pero’, alcuni di loro erano tornati ad abitare quest’area: ”Riteniamo che fossero due, uno dei quali fu ucciso tre anni fa”, fanno sapere i responsabili di Callisto. (Agr)
(corriere.it)

Santa Cesarea Terme

rientrata l’emergenza liquami, nell’aria rimane qualche effluvio residuo di disinfettante …. ma è tutto agibile

buon bagno

Approvvigionamenti

La “torre d’avvistamento” c’è, la fornitura di block notes anche, Quaresma sta arrivando, non manca altro… buon campionato!

Capitalismi volanti

Colaninno, Benetton, Passera; tre nomi a caso, tre nomi che difficilmente si possono accostare a Berlusconi o al centrodestra. Non sono addentro alle segrete cose per poter dare un giudizio sulla bontà e congruità della soluzione adottata per Alitalia,  posso solo pensare che se lo sbarramento ad Air France è stato voluto per incoffessabile brama di soldi e potere … a beneficiarne non sono stati imprenditori “amici”.

Di seguito un’intervista di Roberto Colaninno ripresa da Corriere.it, spiega molto bene la situazione, buona lettura

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Lapsus freudiani

impagabile quello del giornalista del Tg3 a proposito dell’Alitalia:

“… non peserà più sulle (s)palle dei contribuenti italiani”

un raro esempio di giornalismo verità!

p.s. se ve lo siete perso e siete tanto pigri da non volerlo andare a cercare … lo rovate qui 😉